Il Superbonus dal 1° gennaio 2024 solo per i redditi bassi?


Il Superbonus continua ad essere protagonista del dibattito politico perché, secondo il governo, grava sui bilanci pubblici per decine di miliardi in più rispetto al previsto. Una zavorra che ha fatto venire il mal di pancia al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «A proposito di Superbonus e dei 100 miliardi, questo governo ne ha pagati 20 e altri 80 sono da pagare, ma tutti hanno mangiato e poi si sono alzati dal tavolo».
Ma ormai “c’è da limitare i danni”, cercando allo stesso tempo di salvare i lavori avviati, soprattutto per quanto riguarda i condomini. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate al momento i bonus per le ristrutturazioni edilizia ammontano a 146,8 miliardi di euro; 23,2 miliardi sono già stati compensati con F24 ma restano da compensare 110,8 miliardi. E ci sono novità con l’ipotesi “taglio” dal 2024.
Chi ha ancora diritto al Superbonus 110.
Il Superbonus al 110% è garantito per le spese sostenuteentro il 31 dicembre 2025 e resta per i condomini in cui l’assemblea abbia già deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e per le villette – prime case fino a 15mila euro con i lavori già avviati. Per le persone fisiche, inoltre, e dunque non per i condomini né per le organizzazioni di alcun tipo, l’utilizzo delle detrazioni è ammesso su un numero massimo di due unità immobiliari.
Mentre la rimodulazione del bonus è al 90% nel 2023, al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Inoltre, dal 17 febbraio non è più possibile lo sconto in fattura e la cessione del credito ma restano in vigore due eccezioni:
- Lavori per la rimozione delle barriere architettoniche;
- Lavori su immobili danneggiati per l’alluvione nelle Marche e dai terremoti.
Il governo non vuole mettere a rischio l’obiettivo del deficit al 3,7%, già comunicato a Bruxelles e la platea dei beneficiari è destinata a ridursi con la manovra di bilancio. Si sta studiando quindi un “salva condomini” per chi ha i lavori avanzati e in generale mettere un tetto al reddito per ottenere il Superbonus.
Come anticipato dal quotidiano La Repubblica, sul tavolo ci sono diverse opzioni e la più plausibile potrebbe essere un taglio della platea dei beneficiari nel 2024. Quindi, garantire la detrazione fiscale solo ai redditi bassi.
Un mercato immobiliare drogato?
Tuttavia, il Superbonus ha rilanciato il dibattito dell’utilità degli incentivi all’edilizia e del settore come traino “antistorico” dell’economia italiana. L’industria delle costruzioni e il mercato immobiliare hanno beneficiano di troppi incentivi di carattere fiscale e urbanistico in quest’ottica.
Una bella quota dell’enorme patrimonio residenziale in Italia è concentrata nelle mani di piccoli e medi proprietari immobiliari, che hanno preferito realizzare alti rendimenti tramite gli affitti brevi gestiti dalle piattaforme digitali.
Non era forse più utile rilanciare l’efficientamento energetico del patrimonio abitativo pubblico? Il Superbonus, per i suoi detrattori, è finito per finanziare la ristrutturazione di seconde o terze case, chiudendo il cerchio della rendita immobiliare di molti.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo su questo blog, l’economia italiana ne aveva veramente bisogno?
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