Il Superbonus 110% è ancora il volano giusto per stimolare l’economia?


Fortemente voluto anche per il 2022 – con il Movimento Cinque Stelle a spingere e il premier Mario Draghi poco convinto – il bonus fiscale 110% è stato inserito anche nell’ultima legge finanziaria, non senza qualche dubbio. Lo scopo di questo articolo non è quello di entrare nel merito di quello che è previsto tecnicamente dalla legge finanziaria per uno degli strumenti più rivoluzionari introdotti nel settore edile, piuttosto suscitare una riflessione sul bonus in sé.
Sulla norma ci limitiamo solo ad osservare che sono state introdotte nuove regole e un sistema a scalare per i condomini e per villette e unifamiliari – l’obbligo di realizzare entro giugno il 30% dei lavori – e, al fine di limitare le frodi, a partire dal 7 febbraio 2022 era stato previsto che il credito non potesse essere ceduto più di una volta. Poi con il Decreto Legge 17 maggio 2022 n. 50 si è cambiato ancora. In sostanza, alle banche è sempre consentita la cessione a favore dei clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa. Approfondimenti a questo link.
Dicevamo dei dubbi che vogliamo sottolineare e questi sono di doppia natura. Il primo è sull’opportunità di rifinanziare anche per quest’anno, con un considerevole impiego di risorse pubbliche, uno stimolo che pare aver già svolto il compito per cui era stato istituito. In pratica, adesso avvantaggia essenzialmente i possessori di seconde e terze case. Il secondo è di metodo: è stara ribaltata la procedura d’incasso con lo stop alle cessioni multiple, così di conseguenza molti cantieri si sono fermati.
L’incertezza manifestata dal governo ha costretto molti soggetti coinvolti a procedere a singhiozzo sui progetti d’investimento, rivedendo l’opportunità di interventi sugli edifici nel complesso per milioni di euro.
Diventa così interessante il punto di vista economico sulla situazione generale, in quanto il 110% ha fatto triplicare il materiale, le cessioni si sono bloccate a metà lavori e adesso? Viene il sospetto che sia stata l’ennesima manovra intelligente, partita bene, ma gestita in modo arabesco nel seguito, un po’ come accadde per il Conto Energia fotovoltaico degli inizi. I critici sostengono che allora produsse più incentivi che kWh e solo con lo Scambio sul Posto domestico si sia effettivamente posto in essere un giusto correttivo (ricorderete che volevamo piccoli impianti da 3-6 kW sulle case, non parchi fotovoltaici su tetti di capannoni dismessi).
Poi domani ci sarà la questione dei controlli: l’Agenzia delle Entrate sta preparando una “task force”, attraverso un concorso per 300 tecnici. Quindi, il fisco sta “affilando le armi”, ha otto anni di tempo per fare i controlli e magari fioccheranno le contestazioni.
Ricapitolando, il 110 è stato del tutto un volano giusto per riprendere l’economia e riqualificare energicamente il patrimonio edilizio esistente oppure ha anche un lato oscuro? La criticità è che oggi si può ottenere il 110% di incentivo anche per interventi che portano una casa dalla classe peggiore G alla classe E. In sostanza queste case, pur ristrutturate, continuano a sprecare metano in caldaie pagate con fondi pubblici. Per la cronaca anche in Francia hanno un superbonus come il nostro ma per ottenerlo bisogna dismettere la caldaia a gas e passare alla pompa di calore…
I tecnici del settore di questa legge ne danno un giudizio nel complesso positivo – per geometri e architetti c’è stato un plus di lavoro dato che ha portato a galla difformità e abusi edilizi presenti negli edifici – perché è stata un’occasione storica per permettere una vasta riqualificazione del patrimonio abitativo italiano.
Tra l’altro la guerra in Ucraina ci ha ulteriormente ricordato la necessità di consumare meno energia da fonti fossili non rinnovabili. Ma per il sottoscritto, da sociologo, resta il quesito iniziale sulla natura del bonus: il 110% ha creato veramente lavoro e risparmio energetico o ulteriore diseguaglianza tra chi di case ne ha più di una e chi vive in condizioni abitative precarie?
Cover foto via Flickr: © Ferruccio Zanone